Oggi, vi presento cathy63 ed il suo sensuale racconto ...
Una dura giornata, di quelle che pur volendo non trovi un attimo per stare seduta, tranquilla.
Una giornata camminata sui miei tacchi nuovi, tacco 90, ora lo so con certezza, i tacchi delle scarpe si misurano in millimetri.
L' ho adorato subito, quel paio di decoltè in camoscio nero, di quelli che slanciano e rendono la camminata sinuosa, accattivante.
Ho visto quelle scarpe ed ho pensato a te. A me e te.
Io adoro le scarpe, per quelle col tacco alto impazzisco, ma tu… in te c’è la vena del feticista, ami lasciar scivolare le dita sulla curva quasi innaturale che forma il collo del piede quando calza una scarpa alta, molto alta, per poi afferrare la caviglia… le mie caviglie son sottili a dispetto di una gamba forte, colonna che supporta e slancia, forte ma lunga…
Pensavo a questo, mentre ne lasciavo roteare una nella mano e l’altra calzata al piede, lì nel negozio - si, sono ben bilanciate, proporzionate - senza indugio alcuno le ho prese e subito indossate… pensavo a questa sera, non pensavo al tempo che doveva trascorrere prima che fosse sera. Pensavo a te, allo sguardo che avresti avuto nel vedermi, con l’abito scollato, nero, tagliato al seno e lungo al ginocchio, non aderente ma morbido a sfiorare i fianchi e le calze, oh! Si, seta sulla pelle, riga un po’ retrò ad indicare una strada, tutta in salita, verso…
Ma la giornata mi è passata addosso e sui piedi quando sono entrata in casa. Una smorfia sul mio viso ha colto il tuo saluto - poveri piedi! - ma l’ho immediatamente cancellata con un sorriso caldo ed accattivante - cosa non si fa per essere seducenti! - al tuo saluto. Ti sei avvicinato porgendomi un calice di bianco frizzante ed un bacio leggero sulle labbra, poi mi hai allontanata un po’, per osservare meglio. Un sorriso tra il beffardo ed il tenero si è formato sul tuo volto - anche tu sei stanco, ma ti dona quel velo di barba incolta che la giornata ha formato sulle guance - poi mi hai preso la mano e condotta sul divano. Shhhh! Senza parole mi hai fatto sedere - hai detto solo “bevi un po’ ” - ti sei accovacciato di fronte a me e mi hai sollevato una gamba. Piano, molto piano hai sfiorato il camoscio dalla punta della scarpa al tacco, i polpastrelli ne hanno seguito tutta la lunghezza fino alla caviglia a toccare la calza e la pelle. Un fremito, brivido lungo la schiena, ho tremato un pò. Hai le mani fredde, ma dura poco quella sensazione perché quando sfili la scarpa e con perizia cominci a massaggiare i miei piedi dolenti e stanchi le sento calde, morbide e calde, forti e calde …Dio! Che meraviglia! Prosegui piano con quel massaggio ed io mi rilasso e mi contraggo per come manipoli le dita, la pianta, il collo del piede… Non fermarti, ti prego! E di istinto ti porgo l’altro, desideroso dello stesso trattamento.
Mi sento una Dea! Sollevi il volto a guardarmi... i nostri occhi si incontrano… vedo i tuoi: son torbidi, offuscati, un velo di rossore sta coprendo l’iride… le tue mani avanzano piano e non sono più i miei piedi l’oggetto del tuo massaggiare. Ora sali ed accarezzi le gambe ed io voglio di più.
Ti sorrido e sussurro “Si” mentre le mie mani sono tra i tuoi capelli e ti porto a me.
Un paio di decoltè tacco 90 di camoscio nero ora sono lì, scomposte sul pavimento…
Una dura giornata, di quelle che pur volendo non trovi un attimo per stare seduta, tranquilla.
Una giornata camminata sui miei tacchi nuovi, tacco 90, ora lo so con certezza, i tacchi delle scarpe si misurano in millimetri.
L' ho adorato subito, quel paio di decoltè in camoscio nero, di quelli che slanciano e rendono la camminata sinuosa, accattivante.
Ho visto quelle scarpe ed ho pensato a te. A me e te.
Io adoro le scarpe, per quelle col tacco alto impazzisco, ma tu… in te c’è la vena del feticista, ami lasciar scivolare le dita sulla curva quasi innaturale che forma il collo del piede quando calza una scarpa alta, molto alta, per poi afferrare la caviglia… le mie caviglie son sottili a dispetto di una gamba forte, colonna che supporta e slancia, forte ma lunga…
Pensavo a questo, mentre ne lasciavo roteare una nella mano e l’altra calzata al piede, lì nel negozio - si, sono ben bilanciate, proporzionate - senza indugio alcuno le ho prese e subito indossate… pensavo a questa sera, non pensavo al tempo che doveva trascorrere prima che fosse sera. Pensavo a te, allo sguardo che avresti avuto nel vedermi, con l’abito scollato, nero, tagliato al seno e lungo al ginocchio, non aderente ma morbido a sfiorare i fianchi e le calze, oh! Si, seta sulla pelle, riga un po’ retrò ad indicare una strada, tutta in salita, verso…
Ma la giornata mi è passata addosso e sui piedi quando sono entrata in casa. Una smorfia sul mio viso ha colto il tuo saluto - poveri piedi! - ma l’ho immediatamente cancellata con un sorriso caldo ed accattivante - cosa non si fa per essere seducenti! - al tuo saluto. Ti sei avvicinato porgendomi un calice di bianco frizzante ed un bacio leggero sulle labbra, poi mi hai allontanata un po’, per osservare meglio. Un sorriso tra il beffardo ed il tenero si è formato sul tuo volto - anche tu sei stanco, ma ti dona quel velo di barba incolta che la giornata ha formato sulle guance - poi mi hai preso la mano e condotta sul divano. Shhhh! Senza parole mi hai fatto sedere - hai detto solo “bevi un po’ ” - ti sei accovacciato di fronte a me e mi hai sollevato una gamba. Piano, molto piano hai sfiorato il camoscio dalla punta della scarpa al tacco, i polpastrelli ne hanno seguito tutta la lunghezza fino alla caviglia a toccare la calza e la pelle. Un fremito, brivido lungo la schiena, ho tremato un pò. Hai le mani fredde, ma dura poco quella sensazione perché quando sfili la scarpa e con perizia cominci a massaggiare i miei piedi dolenti e stanchi le sento calde, morbide e calde, forti e calde …Dio! Che meraviglia! Prosegui piano con quel massaggio ed io mi rilasso e mi contraggo per come manipoli le dita, la pianta, il collo del piede… Non fermarti, ti prego! E di istinto ti porgo l’altro, desideroso dello stesso trattamento.
Mi sento una Dea! Sollevi il volto a guardarmi... i nostri occhi si incontrano… vedo i tuoi: son torbidi, offuscati, un velo di rossore sta coprendo l’iride… le tue mani avanzano piano e non sono più i miei piedi l’oggetto del tuo massaggiare. Ora sali ed accarezzi le gambe ed io voglio di più.
Ti sorrido e sussurro “Si” mentre le mie mani sono tra i tuoi capelli e ti porto a me.
Un paio di decoltè tacco 90 di camoscio nero ora sono lì, scomposte sul pavimento…
10 commenti:
questo post di primo mattino ,e' come un risveglio di percezione sensuali .....grandissima
beh, a parte il risveglio sensuale, oggi ho imparato che i tacchi si misurano in millimetri, buona gironata pupottina
Bellissimo...Un bacio anche a te. StefRodopi
wowwww... che bel racconto da libro rosa, stupenda descrizione bhe merito tuo che sai sempre fare entrare i personaggi in noi stupedamente, ciao e buonagiornata kisss dolce
Le tue amiche di Libero sono sempre molto interessanti...
Buona giornata
Ricordo di aver letto uno studio inglese che pubblicava tutti i danni che può subire una donna che porta in maniera prolungata i tacchi ... D'accordo che son sensuali, ma andateci piano ...
Buona giornata ^__^
Salve Pupottina!!!!!
Buonissima giornata!
sempre interessante leggerti
sempre interessante leggerti
ke belle emozioni...!!! un saluto..Oly
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