È un memoriale, breve, ma toccante, per raccontare una verità dolorosa. Incisivo e fortemente introspettivo, in ogni sua pagina, HO TACIUTO di Mathieu Menegaux è un piccolo capolavoro, un dramma in piena regola, raccontato da una donna coraggiosa, innamorata, del marito e della vita, che decide di superare un'esperienza terribile raccontandosi una bugia fatale.
Claire Beyle è vittima del crimine più odioso che possa
capitare ad una donna. Non è colpevole, ma sente di dover sostenere da sola
l'insostenibile fardello, che arriva a rovinarle l'esistenza e tutto ciò che ha
costruito negli anni. Il suo assordante silenzio, con chiunque la circondi e
possa in un qualche modo aiutarla, non le ha impedito di commettere un crimine
peggiore di quello che ha costruito per se stessa con la menzogna.
Il grido di
aiuto, che ha dentro, le impedisce di comunicare le sue paure all'uomo che ama,
mettendo a rischio il loro rapporto. L’irreparabile dramma di Menegaux, che tanto ha in comune con i
romanzi di Dostoevskij, costruisce l'evoluzione del tormento di una donna,
fondamentalmente buona, fino a farla esplodere nella negazione di ogni cosa.
Claire è rinchiusa nel carcere femminile di Fresnes ed
è ancora una vittima oppressa dal suo senso di colpa, quando finalmente decide
di mettere per iscritto la sua verità.
In un crescendo di suspense, HO TACIUTO è tragedia
moderna dell'incomunicabilità.
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