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domenica 7 febbraio 2016

È così che si uccide di Mirko Zilahy

"Il male è squilibrio, un buco nero che nasce dal nulla e attira stelle, pianeti, satelliti, mondi per inghiottirli tra le spire di n gorgo buio come la pece." Uno dei protagonisti è proprio il male, raccontato nelle sue molteplici sfumature.

Il titolo inquietante "È così che si uccide" è un invito alla lettura. È ciò che si cerca in un thriller quando lo si legge e, gradualmente, ci si appassiona, se il romanzo lo merita ed è questo il caso. Tanto avvincente e coinvolgente ti impone di leggere finché l'indagine non è conclusa. Non si può fare a meno di scoprire quale altra efferatezza compirà il misterioso serial killer che spesso emerge nella scena, raccontandoci il suo punto di vista in capitoli a lui dedicati.

Il personaggio di Enrico Mancini è il meglio che si può pretendere ad un commissario incaricato per svolgere un'indagine particolarmente complicata. È a lui che viene affidato il compito di creare una quadra. È lui il primo a capire che c'è un triangolo della morte, dentro il quale avvengono omicidi tra loro collegati.

Il personaggio di Enrico Mancini è il meglio che si può pretendere ad un commissario incaricato di svolgere un'indagine. Roma è sempre un'ambientazione suggestiva ed interessante.

"È così che si uccide" è un ottimo esordio, tutto italiano, nel genere thriller. Bravo e competente nelle tecniche narrative per ottenere la suspense, lo scrittore Mirko Zilahy sa raccontare una storia aumentandone per gradi le aspettative, finché il filo della narrazione è così teso ed intricato da rimanerne intrappolati. È un romanzo che giunge a conquistare i lettori più esigenti del genere, perché presenta tecnicismi e descrive pratiche da manuale con uno stile avvincente ed efficace.

In "È così che si uccide", ci si immerge nell'atmosfera perfetta per un thriller. 

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