1901: complotto anarchico da operetta.
Marco Malvaldi ha momentaneamente abbandonato
l'allegra combriccola del Bar Lume, per dedicarsi ad una altra scenografia. Ha scelto
come ambientazione storica la città di Pisa nel 1901. Un contesto storico
particolarmente rilevante.
La narrazione unisce elementi inventati a fatti e personaggi storici. La
rappresentazione della "Tosca" a Pisa, con la rumorosa assenza del
maestro Giacomo Puccini, fa molto parlare di sé finché non accade dell'altro: l'omicidio
commesso sul palco del teatro, mentre ad assistervi vi è, niente di meno che, sua
Maestà, il re Vittorio Emanuele III di Savoia. Questi ingredienti, uniti al
solito umorismo, all'arguzia dell'intreccio e all'accuratezza con cui Malvaldi ricostruisce
il momento storico (1901) e l'ambientazione pisana, decretano questo nuovo
successo letterario.
La vicenda narrata, in primo piano, è quella di
una sgangherata, quanto improbabile, compagnia teatrale che mette in scena una
delle opere liriche italiane più celebri, la "La Tosca" di Giacomo
Puccini. Nell'atmosfera storica regna ancora l'inquietudine anarchica a seguito
dell'attentato di Gaetano Bresci che, come tutti sappiamo, ha ucciso il re
d'Italia, Umberto I. Molto probabilmente
il destino misterioso dell'anarchico italiano, vittima forse della tecnica
punitiva del santantonio, ha aggiunto un giallo storico al giallo teatrale. Mentre
lo spettro di un nuovo attentato anarchico si propaga ovunque, anche nel teatro,
c'è un bel daffare tra la grande emozione per l'ospite illustre e la paura di
un nuovo insuccesso, con conseguente fermento e mobilitazione da parte delle
forze dell'ordine e della stampa ufficiale.
Essendo un giallo, com'è prevedibile, anche al
culmine della rappresentazione teatrale, ci scappa il morto, tra una cerchia
colorita e variegata di attori, più o meno improbabili.
BUCHI NELLA SABBIA è un ottimo giallo che si
legge scorrevolmente e divertendosi.
La descrizione dei personaggi è così credibile che più volte viene da
chiedersi se Malvaldi non stia raccontando, trasformando in letteratura
d'intrattenimento, un fatto realmente accaduto. Malvaldi è tanto bravo che mi
sono posta il dubbio ed ho rispolverato i miei vecchi e polverosi volumi di
storia senza trovare riscontro. A fine romanzo, però, la finzione emerge con
chiarezza, ma questo non cancella la sensazione che alla base della narrazione ci
sia stato un accurato lavoro di documentazione. Anche la
descrizione del mondo della lirica ai primi del Novecento è particolarmente meticolosa,
avvalorata e comprovata, con citazioni e notizie disseminate lungo il racconto.
È un libro spassosissimo, grazie all'ottima
tecnica narrativa dove le scene si susseguono veloci come in una commedia
brillante dai toni farseschi. Si ha la costante sensazione di essere seduti in
poltrona a teatro ad assistere all'opera lirica, grazie allo stile intelligente
e brioso, ma sapientemente magistrale, da narratore onnisciente di Malvaldi,
che ha la capacità di rendere visivamente quello che racconta, confrontando la
realtà storica con quella contemporanea.
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