
"È accusì, Rossanì !"
Nel titolo sembra mancare il punto interrogativo. Invece, non serve,
perché forse quasi ognuna di noi, figlie, vorrebbe poter permettere alle altre di
indicare un luogo dove trovare un padre simile al nostro. È un modo per
permettere a tutte di essere felici, trovando la prima guida maschile che la
vita ci affida. L'amore verso i genitori è naturale come respirare, incondizionato,
fortissimo, al di sopra di ogni cosa. Per le donne, è il primo uomo che si ama,
con cui si entra in contatto e che, consciamente o inconsciamente, si confronta
con gli altri che cercheremo di avere per la vita.
ROSSANA CAMPO ci parla del suo. Conoscendo un po' le storie raccontate
dalla Campo nella sua narrativa, originale e fuori dagli schemi, non ci si può
aspettare un padre diverso da quello che descrive in questo romanzo
dall'impronta fortemente autobiografica: Renato, suo padre, è sui generis, non intrappolato da regole
o convenzioni del vivere comune, non disposto a farsi dare ordini, ma aperto
mentalmente alle novità, ai piaceri della vita, verace, goliardico,
profondamente pervaso dal senso dell'arte, così come la intende lui.

È una lettura comicamente malinconica e intensamente irrefrenabile.
"La parte buona di Renato la
vedevo ora come un'eredità preziosa, e avevo voglia di ricordarmi di quando ero
bambina, di quando ero innamorata delle sue cose migliori, di quando stare con
lui significava sentirmi libera, completamente libera di essere quella che ero.
E dunque completamente viva."
Nessun commento:
Posta un commento