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giovedì 23 aprile 2015

Il ragazzo in soffitta di Pupi Avati



Avevo grandi aspettative per questo romanzo, da quando ho saputo che il famoso regista, produttore e sceneggiatore cinematografico, Pupi Avati, aveva intenzione di scriverlo. Ho atteso pazientemente.

Quando ho appreso il titolo, IL RAGAZZO IN SOFFITTA, ho iniziato ad immaginare quale poteva essere la trama e un po', chissà perché, ho ricordato quel suo film cult  "La casa dalle finestre che ridono" e ho atteso qualche vicenda in quello stile horror e noir. Leggendolo, però, ho trovato molto di più: un romanzo che è semplice e complesso nello stesso tempo, con tanto da trasmettere per far riflettere sulla società contemporanea e sulle umane fragilità. Ci sono valori e ambiti positivi (come amicizia e amore, bellezza e musica), ma anche tutto il contrario (ambizione, follia, dolore, ossessione, deformità sia fisica che dell'anima, morte). Le mie aspettative non sono state affatto deluse, ma letteralmente ribaltate dalle continue sorprese e cambi di rotta nella narrazione che questo romanzo riesce a orchestrare, appassionando e sconvolgendo chi ne intraprende la lettura.

Il romanzo narra due storie, in anni e città italiane diverse, Bologna e Trieste, destinate a confluire in un presente che è quello mediatico di oggi, dove si è costantemente alla ricerca di un mostro da sbattere in prima pagina, cui addossare il brutto e il male.

Al centro di tutto, la storia della nascita di una grande amicizia tra due ragazzi completamente diversi, Dedo e Giulio, che affrontano eventi più grandi di loro, risalenti ad un lontano ed indicibile segreto del passato, fatto di depravazione e morte. Facendo riaffiorare, nel presente, un male celato nell'oscurità dell'oblio, la luminosa e spensierata situazione di partenza viene irrimediabilmente modificata in peggio. Tutto diventa tetro, pericoloso, malato. I due amici sono inevitabilmente destinati a rimanerne travolti.

Il romanzo, un noir che procede con un climax crescente di suspense, risulta vincente grazie all'alternanza delle vicende e alla mescolanza tra eventi indicibili e storie di banale quotidianità, narrate con uno stile fluido, scorrevole e attuale.

È un capolavoro destinato a fare scuola, con personaggi che ti restano dentro. L'ambientazione ristretta della soffitta, buia, stretta e invivibile, è una metafora perfetta della condizione esistenziale dei personaggi più riusciti. 

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