“Anche quando
hai perso la strada c’è una stella che ti riporta a casa.”
Un libro sulle tante cose che, nei rapporti familiari, vengono omesse, su tutto ciò che una famiglia tace o non riesce a dire. Un romanzo sulla comunicazione all’interno di un piccolo nucleo, come la famiglia, e sull’amore. Un libro intenso, dove a comunicare sono i gesti, le abitudini, più che le parole realmente pronunciate. Un libro troppo breve, ma ricco di emozioni, toccante e commovente, che trasmette il senso delle infinite sfaccettature di cui si compone l’animo umano.
L’amore in un giorno di pioggia non è il primo
libro di Sarah Butler, ma il primo che le viene pubblicato. Dietro la tecnica
di scrittura personalissima dell’autrice, ci sono molto studio e ricerca. I
personaggi, psicologicamente, non sono semplici e lineari. Ed anche la
descrizione dei luoghi è precisa dal punto di vista architettonico ed edilizio.
L’amore in un giorno di pioggia ha tre
protagonisti: Alice, suo padre Daniel e la città di Londra, moderna e
cosmopolita, ma che subisce il fascino di un glorioso passato.
Daniel è un uomo che ha perso la possibilità di
essere padre e di crescere sua figlia, ma non ha mai smesso di cercarla. Di lei
conosce solo il nome: non l’ha mai vista. Sa che l’ha concepita, in un giorno
di pioggia, insieme alla donna che ha amato di più al mondo e che ha perso quasi
trent’anni prima. Per Alice, quando arriva il giorno del suo compleanno, Daniel
scrive delle lettere piene d’amore e di tutte le cose che vorrebbe poterle
raccontare e, non conoscendo il suo indirizzo, le affida al destino, depositandole
in luoghi improbabili di Londra, dove spera che lei, per caso, le trovi.
Alice è una ragazza indipendente che nasconde,
però, tanta fragilità, poiché non riesce a sentirsi a casa vivendo con la
famiglia in cui è cresciuta e, inoltre, ha il tormento di un vecchio amore che
non riesce a dimenticare. Per Alice fuggire, dai luoghi e dalle persone, è una
costante. Tutti, coloro che la circondano, sono abituati, da sempre, ai suoi
viaggi nei luoghi più sperduti del mondo, dove lei va a cercare quella parte di
se stessa, che non riesce a trovare, e per vedersi in una prospettiva nuova.
Lo stile narratologico e la scelta lessicale non sono
propriamente semplici, perché la Butler ha deciso di farci conoscere i
personaggi e di farceli confrontare ed analizzare, alternando non soltanto i
capitoli riferiti a Daniel e ad Alice, ma anche corredandoli di liste
costituite da dieci cose. Di volta in volta, si trovano liste su ciò che amano,
ciò che odiano, ciò che li colpisce, ecc. Queste liste o decaloghi sono
elementi mutevoli, che impreziosiscono e schematizzano le sfaccettature dei
personaggi principali. Il lettore impara a conoscerli anche grazie a queste
sintetiche pagine, nelle quali colori, sapori, oggetti, ricordi e sensazioni
prendono vita. I dettagli iniziano a contare più delle parole non dette. Gli
oggetti, semplici e quotidiani, iniziano a costruire quel qualcosa chiamato
“casa” che entrambi i personaggi cercano, in base al loro legame d’amore. È
come se entrambi percepissero quel senso di mancanza e quel sentimento naturale,
genetico, che li accomuna e li unisce. Come forze misteriose, aiutate dal
destino, i due personaggi trovano la strada che li porta l’uno verso l’altra.
“So che
quando ci incontreremo non conterà quanto mi ci sia voluto per trovarti. Quando
ci incontreremo, avremo tutto il tempo di dirci quello che dobbiamo dirci.”
3 commenti:
La cosa più bella è che talvolta nella vita, accadono davvero questi incontri, questo trovarsi insperato. Un libro da leggere.
Ciao Pupottina!
Mi sembra monto interessante, soprattutto per come la storia è raccontata e intrecciata.
Questo libro mi tenta :)
Buona domenica!!!
Bacioni.
questo me lo segno!!
Posta un commento