Ann Hood
IL CLUB DEI RICORDI PERDUTI
Tre60 - Pag. 352 - € 9,90
In libreria: 4 ottobre
Il dolore di
una madre
Un circolo di
lavoro a maglia
Un’amicizia
speciale per ricordare e tornare a
sorridere
Un
romanzo corale commovente
e dal forte impatto emotivo
Senza nessuno cui dedicarle, le parole sono vuote e inutili.
Come vuota e inutile è ormai la vita di Mary Baxter, una brillante giornalista
che ha visto il filo della sua esistenza spezzarsi un maledetto giorno di
primavera. Tuttavia, con un matrimonio sull’orlo del fallimento e un lavoro che
ha perso ogni significato, Mary sorprende per prima se stessa quando decide di
seguire l’unico consiglio che le ha dato la madre per superare il dolore:
iscriversi a un corso di lavoro a maglia. Scettica ma allo stesso tempo
incuriosita, Mary inizia quindi a frequentare la merceria di Alice – una
premurosa e saggia vecchietta – dove cinque donne si ritrovano ogni mercoledì
sera per creare sciarpe, maglioni, cappellini e calzini. Così, col passare
delle settimane, si instaura un profondo rapporto di intimità e amicizia tra
Mary e le componenti del «club», che durante le sedute le raccontano il proprio
passato. Come Scarlet, che ha deciso di aprire una panetteria dopo aver perso
l’amore; o Beth, madre di quattro figli, che si porta dietro un grande
rimpianto; e poi Lulu, Ellen, Harriet, ognuna con la sua storia e i suoi
segreti, le gioie e le delusioni, i successi e i fallimenti… E saranno proprio
quelle donne e la serenità trasmessa dal lavoro a maglia ad aiutare Mary a
capire che è sempre possibile uscire dal guscio in cui ci rinchiudiamo, per
aprirci di nuovo alla vita e all’amore.
Ann Hood è nata a Rhode Island ed è cresciuta ascoltando
i racconti del padre, ufficiale della Marina, sui suoi oltre vent’anni passati
in giro per il mondo. Queste storie l’hanno sempre affascinata, spingendola a
diventare assistente di volo. Dopo essersi trasferita a New York, ha conseguito
una specializzazione in Letteratura americana e ha cominciato a collaborare con
importanti quotidiani e settimanali, come The
Washington Post, Glamour e Paris Review.
1 commento:
L'avrei detta una storia all'inglese...
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