Punto di rottura di Simon Lelic.
È un libro
che mi è piaciuto molto, proprio perché è scritto in maniera particolare,
giostrando i capitoli in un’alternanza fra realtà e apparenze, fra follia e giustizia,
fra l’indagine della donna ispettore, Lucia May, e i punti di vista di chi
c’era o non c’era il giorno della sparatoria.
Sin dalle
prime pagine, a strage già compiuta, ci si accorge del perché questo libro è
diventato un caso letterario in Europa e negli Stati Uniti. Il tema trattato,
la violenza nelle scuole, è molto attuale e si può rapportare dal microcosmo
dell’ambiente scolastico al macrocosmo della società in cui tutti viviamo. Di questo
libro mi ha colpita, prima di tutto, la trama (un professore che spara cinque
dei colpi di una pistola in un’aula scolastica e risparmia il sesto ed ultimo
proiettile per se stesso), poi, la copertina, così colorata, semplice,
elementare, con una scelta di colori che trasmettono serenità, ma gettano anche
ombre in una scena di fuga che fa trasparire, a malapena, l’orrore che questo
romanzo racconta anche se in maniera molto poetica, interiore, che predispone
alla riflessione personale. Il titolo italiano “Punto di rottura” (titolo
originale “Rupture”) è forse l’elemento che cattura meno, ma, nella sua
brevità, è feroce e un po’ anticipa quello che è poi il senso della storia,
quando si raggiunge un limite che porta al di là della ragione e permette che
si realizzi una strage.
Anche in questo romanzo, come in QUESTO (che pure mi è piaciuto
moltissimo), l’ambientazione è Londra, una città che è in grado di offrire
svariati spunti interessanti.
E adesso,
prima di dirvi il mio giudizio complessivo di questo thriller della Time Crime,
ecco un po’ di frasi, tratte dal libro.
“È mostruoso ciò che ha fatto, ma non era un
mostro.”
“È più facile gestire il dolore se puoi
trasformarlo in rabbia, se puoi attaccare qualcun altro, se puoi prendertela
con qualcun altro, chiunque, anche se non lo merita.”
“L’odio arriva con il tradimento.”
E, in
questo thriller psicologico, molte altre sono le affermazioni, messe in bocca a
vari personaggi, che meritano di essere approfondite, comprese, analizzate. Mi fermo
qui per non anticiparvi altro.
VOTO 10
***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete
oltre.
Mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo
con me.
Il professore
di storia, quello con la barbetta, quello di origini russe, quello che un
giorno improvvisamente se ne va a scuola con una pistola, che è un pezzo da
museo, Samuel Szajkowski, quello con il nome che nessuno ha mai imparato a
pronunciare bene, né si è sforzato di farlo, quell’uomo all’apparenza mite avrà
avuto i suoi motivi per fare quello che ha fatto: andare a scuola, aprire il
fuoco su alcuni alunni e su una collega e infine suicidarsi. Di questo è
convinta Lucia May, ispettore a capo delle indagini. Nonostante i suoi
superiori siano convinti che non ci sia nessun caso da risolvere e che quello
che c’è da scoprire è già evidente, lei si ostina nel voler interrogare tutti e
condurre delle ricerche sue, perché vuole scoprire cosa c’è dietro, quale movente
ha portato Szajkowski ad un’improvvisa follia. Mentre la sua indagine si
approfondisce, un interrogatorio dopo l’altro, anche di particolari
apparentemente inutili, emerge il ritratto di un uomo che voleva fare il suo
lavoro. Mentre ci si chiede se le vittime erano davvero quelle designate e si
studiano le posizioni dei presenti alla sparatoria, emergono particolari,
dettagli, considerazioni che il lettore si trova a fare, essendo perfettamente
integrato nella storia proprio grazie allo stile particolare di Simon Lelic.
Cos’ha di
così particolare il suo stile?
È originale,
nuovo, differente dagli altri. Ogni capitolo è matematicamente impostato: tutti
hanno la stessa lunghezza, dalle 7 alle 10 pagine. Come ho già anticipato all’inizio,
c’è un’alternanza nei capitoli: tempo degli interrogatori e racconto dell’indagine.
I primi sono monologhi, come delle interviste in cui vengono omesse
volontariamente le domande, ma non si cela niente delle risposte ed è come
vedere i personaggi che vengono interrogati, intervistati, ognuno con un suo
modo di esprimersi, in base all’età, al sesso, al carattere più o meno
spigliato. In questi capitoli, vengono interrogati: il preside; i professori,
colleghi dell’assassino; i genitori della vittime; alcuni studenti presenti
alla sparatoria; altri assenti, ma che conoscevano le vittime o che hanno tanto
da raccontare sulla vita e sui soprusi all’interno della scuola. Si intuisce
che qualcosa non andava. C’erano gravi negligenze, oltre a questioni personali
e a precedenti segnali ricollegabili alla tragedia. Mentre ci si interroga
sulla follia del singolo, si vanno a studiare le sue motivazioni e il perché ad
essere uccise siano state determinate persone e non altre. Si scopre che l’ambiente
scolastico inglese descritto non è, in fondo, molto diverso da quello italiano
e una storia simile poteva accadere ovunque, in una scuola come in un altro
qualsiasi ambiente lavorativo dove imperano la discordia, la stupidità, la
rabbia e la solitudine.
Voi, l'avete letto? Vi è piaciuto?
Com'è l'ambiente scolastico italiano?
9 commenti:
Non l'ho letto, ma lo terrò in mente.
Concordo con la citazione che l'odio arriva con il tradimento. Mi è capitato.
Un abbraccio e buona domenica!
Non lo conoscevo questo caso letterario! Grazie per l'info, sei sempre aggiornatissima!
In Italia é molto più difficile comprare armi che in altri paesi, comunque! Legalmente, s'intende. A Denver il criminale le armi le acquistò su Internet.
Eccomi di ritorno!
Adesso riprendo le sane abitudini di andare in giro a leggere i miei blogger amici :-)
Dieci? Però che voto! Deve esserti proprio piaciuto e in effetti da come ne parli non sembra essere male...poi una tematica come la violenza a scuola che ricorda la tragedia della Columbine High School non manca di incuriosire...
Ti auguro buona serata!
*Strawberry
uno dei motivi è anche il tema che ricorda l'attualità con la differenza che in questo libro è un prof a fare la strage e, leggendolo, scopri che le motivazioni sono davvero tante tante.
è un crescendo questo libro, pur partendo dall'evento tragico già accaduto e rispolverando e riscoprendo ciò che è accaduto prima ... e dopo ;-)
Inutile sei sempre troppo avanti, scovi sempre novità assolute ....
immagino che per te sia ormai storia antica, ma mi sono appassionata ad un tf americano strambo ed intrigante : Homeland.
Bacioni e fusa fffffrrrrrrr
Un romanzo come questo credo aiuti a comprendere tanta parte della realtà contemporanea. E a non dimenticare.
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