“L’ambizione aveva ripreso le redini della
sua vita.”
Perché
anche le donne si lasciano catturare dall’ambizione? Solitamente si crede che
siano gli uomini ad essere ambiziosi, ma una donna, come Anna Travis, personaggio
femminile nato dalla penna di Lynda La Plante, è una figura complessa e non
immune a questa forte pulsione personale. Nella serie di thriller dedicati a
Anna Travis, abbiamo seguito le sue avventure sentimentali intrecciarsi con le
questioni lavorative. Lei, Anna Travis, è una donna in carriera, un’ispettore
fiero di seguire le orme paterne e che si lascia coinvolgere più del dovuto dal
suo lavoro.
Il
titolo originale “Blind Fury” (letteralmente “Furia cieca”) è stato sostituito
con uno fortemente televisivo (basti pensare alla serie tv Criminal Minds) e accattivante come “PROFILER” che mette in risalto
l’aspetto criminologico e psicologico delle vicende romanzate.
La
copertina conferma la prima impressione che il titolo trasmette e ne rafforza il
senso d’inquietudine e le aspettative, proprie del thriller. Il fatto, poi, che
si sia scelto un inquietante volto maschile, spezzettato in varie polaroid, che
ne catturano i particolari, esprime quello che è il contenuto del thriller
PROFILER, dove le indagini sono molto frammentarie e si ha la costante
impressione che la polizia non riesca mai a fare chiarezza, nonostante si
affanni nella ricerca della verità.
L’indagine
di Anna Travis, anche questa volta, è un caso complicato: alcune donne senza
identità sono state trovate morte ai margini della stessa autostrada e sembra
che dietro ci sia lo stesso killer seriale.
La
questione diventa sempre più complicata perché c’è anche un altro feroce serial killer, Cameron
Welsh, il quale, dalla sua cella in un carcere di massima sicurezza, si propone
per aiutare la polizia nelle indagini, stilando un profilo del colpevole (da
qui deriva l’originale titolo).
I vertici
delle forze di polizia decidono che Anna dovrà servirsi della consulenza di
quel mostro che ha spezzato innocenti vite umane. È un po’ come trovarsi ne Il silenzio degli innocenti, ma lui, Cameron
Welsh, non è un cannibale come Hannibal Lecter, ma un sadico ossessionato dal
ricordo delle sue vittime e dall’ispettore Anna Travis, che aveva collaborato
per la sua cattura. Infatti, lui non ha occhi che per lei, durante le sue
visite, mentre Anna sembra essere l’unica convinta che Welsh non potrà essere
di nessun aiuto. Effettivamente, ciò che Welsh suggerisce, corrisponde a una
pista che Anna ha già preso in considerazione.
Per
arrivare al colpevole, il punto di partenza è scoprire chi erano le vittime,
cosa avevano in comune, chi frequentavano, ma è difficile, visto che non sono state
nemmeno identificate.
Welsh
suggerisce anche che, secondo lui, non sono le uniche, perché il killer che
cercano agisce da molto più tempo ed ha ormai un modus operandi consolidato.
Nelle
451 pagine di thriller, Lynda La Plante, maestra di suspense, riesce a coinvolgerci
nelle indagini e a stupirci. Ho trovato interessanti i meccanismi dell’intreccio
che hanno reso più avvincente la storia e, mentre mi addentravo nella miriade
di dettagli, assistevo da lettrice agli interrogatori, accompagnavo Anna Travis
sulle scene del crimine, piena di interesse, cercavo di intuire la verità non
lasciandomi sfuggire nessun particolare che la scrittrice ha disseminato nel
romanzo. L’indagine non è stata affatto semplice e questo contribuisce a
motivare il lettore in fase di lettura. Inoltre, ci sono colpi di scena e
risvolti inaspettati delle vicende che ne hanno rafforzato la trama e tenuto
vivo l’interesse.
La
storia narrata non è affatto semplice, anche a livello psicologico, coinvolge e
cattura l’attenzione e non ce l’ho fatta a intuire chi fosse il colpevole e
questo proprio grazie alla La Plante, davvero eccezionale nel creare trame complesse
e ad effetto.
Sapere
che Lynda La Plante è stata un’attrice, prima di diventare sceneggiatrice e
scrittrice di bestseller, è un punto a favore della sua creatività. Lo stile
dei romanzi è sicuramente influenzato dalla stesura delle sceneggiature, dove
si occupa sempre di creare donne dal temperamento forte e indipendente con il
pallino di fare carriera. Basti pensare che Lynda La Plante è autrice della
famosa serie tv Prime Suspect.
Voi, l'avete letto? Vi ha appassionati?
Vi piacciono i thriller con indagini psicologiche e le consulenze dei profiler?
Da appassionata di Criminal minds si il tema mi interessa, e trovo ingteressante una figura femminile con risvolti di solito solo prerogativa maschile ..... il tempo modifica le prospettive delle cose e delle aspettative .
RispondiEliminaMiaoooooùùùùùùùùùùùù
Buon Lunedi Antonella il mio abbraccio
RispondiEliminaMaurizio
Un bacione e buon lunedì cara!
RispondiEliminaAvendo letto alcuni suoi romanzi, posso ben confermare anch'io che "Lynda La Plante é maestra di suspense"!
RispondiEliminaP.S.
Peccato non avere il tempo di leggere tutto quello che attira!
Come sai è la mia metà che vede molti film su fox crime, ma posso dirti che la trovo interessante:-) Un abbraccio
RispondiEliminaho scoperto per caso questa autrice e ho letto i libri iniziali: oltre ogni sospetto, dalia rossa, taglio netto e mi manca all'appello il seguito cioè nessuna identità.
RispondiEliminaQuando avrò letto in ordine cronologico tutti i libri che parlano di anna travis arriverò a questo che sicuramente mi piacerà molto come tutti gli altri