Quello di cui vi parlo oggi è un libro che solo i coraggiosi affrontano,
viste e considerate le 838 pagine di romanzo, più le seguenti con un glossario
di approfondimento.
Peccato per chi non intraprende questa lettura, perché non stanca, non ha
parti noiose, ma parla di vita, di sentimenti, di passioni anche negative che
corrodono l’animo umano. È una lettura che fa riflettere su se stetti, sulle
gelosie che si provano verso gli altri, sulla possessività imposta
dall’attrazione, sull’invidia verso ciò che non abbiamo e che vediamo negli
altri, sulle perversioni dell’animo umano che a volte distorce i sentimenti e
le azioni.
Se non lo leggete questo libro, perdete qualcosa. L’ho letto nell’arco di
diversi giorni e ho riacutizzato la mia tendinite al polso, ma sono contenta di
averlo letto. L’avevo scelto soprattutto perché ero stata attratta dalla bella
copertina la cui immagine di un nudo artistico trasmette già che sarà un libro
che tratterà sia di donne che di uomini e tratterà tematiche profondamente psicologiche
partendo proprio dal corpo e dalla sua fisicità.
Il secondo motivo per cui l’ho scelto è la scrittrice, Natsuo Kirino, che
è tra le migliori scrittrici giapponesi contemporanee ed ha già all’attivo
diversi romanzi ben accolti dalla critica. Anche questo, Grotesque, del 2008,
già pubblicato in Italia negli anni precedenti ed adesso ripubblicato in
edizione economica con la Beat Edizioni, è una lettura lunga, ma piacevolissima
nello stile, appassionante nei contenuti, che intrappolano il lettore nel voler
sapere tutto di questi esseri umani, così ben delineati nelle loro miserie e nei
loro conflitti esistenziali. Sono le storie per cui alla fine dici la mia
esistenza è sicuramente migliore, ma che ti aiutano anche a comprendere meglio
gli altri.
Il terzo motivo che mi ha attirata alla lettura di questo libro,
ovviamente, è la trama.
Due prostitute di Tokio, Yuriko e Kazue - la prima, figlia di madre
giapponese e di padre svizzero, dotata di una bellezza quasi sovrannaturale, le
seconda, invece, forte di una caparbia determinazione - sono assassinate in
modo feroce, e la loro morte lascia una serie di domande senza risposta. Chi
erano queste due brave ragazze che si sono trasformate in donne
"grottesche", mostri di perversione ed eccessi, di irriducibile
quanto tragica volontà di indipendenza? Quali eventi hanno condotto la loro
vita verso un esito così tremendo, dove si annida l'enigma di una perdizione
che nulla sembra poter arrestare?Al loro tragico destino si unisce quello di un
contadino cinese immigrato in Giappone, cresciuto con la famiglia in condizioni
di estrema povertà, che viene accusato degli omicidi. Ammetterà di aver
commesso il primo, di aver ucciso la bellissima Yuriko, ma non è stato
l'artefice del secondo, seppure le due violenze siano così simili, e le
coincidenze così schiaccianti.
E’ una
lettura per adulti ed il tema profondo, al di là delle singole storie che si
intrecciano fra di loro, è la condizione della donna che decide di rendersi
indipendente sfruttando il proprio corpo per dominare il mondo degli uomini,
cioè dandosi alla prostituzione, fino a rimanerne vittima. È un’accusa che la
donna fa alla società che l’ha indotta a diventare un mostro di
perversione ed eccessi.
VOTO 9,5
Chi non ha letto
questo libro ed ha intenzione di farlo, non
continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti,
unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
E’ un libro non soltanto femminile. Non dispiacerà anche agli uomini che tentano
di comprenderne l’universo. È un libro non di facile lettura a livello
interiore. Dal punto di vista stilistico è ben organizzato, scorrevole,
semplice ed allo stesso tempo dettagliato, riguardo agli aspetti culturali
nipponici, interessante e avvincente, nonostante la mole di pagine. La
scrittrice, con un sapiente incastro di punti di vista e intreccio fra i
personaggi principali, narra le loro storie, la loro trasformazione interiore e
le loro vicende anche più volte per darne l’esatto punto di vista. Ciò avviene
perche un diario personale principale si allarga incorporando altri diari di
altri personaggi che vengono letti e dati da leggere al lettore per
comprenderne meglio le umane miserie e l’evoluzione delle loro vite.
A narrare la
storia principale è un io narrante femminile, sorella della prima vittima di
cui, badate bene, non verrà mai fatto espressamente il nome. Lei non decide
banalmente di indagare perché la sorella è stata uccisa, poiché per tutta la
vita l’ha odiata ed ha cercato di sfuggirle, sentendosi la prima vittima della
bellezza di sua sorella, Yuriko. Il diario di Yuriko, ad altissimo contenuto
erotico, è la parte che intrappola ancora di più nella storia, poiché Yuriko,
al contrario di quello che provoca nell’animo della sorella, riesce a farsi
amare dal lettore, per le sue idee riguardo agli uomini che crede fermamente di
comprendere meglio degli altri, ma che continua ad avere dei limiti anche per
se stessa, riguardo le sue passioni e la sua interiorità che soffoca ed annega
nel sesso e nell’ossessione di continuare ad averne.
La seconda
vittima, Katzue, è compagna di scuola della narratrice e ne incorpora le
emozioni negative nei confronti della bellissima Yuriko. È anche un personaggio
molto ambizioso che intende primeggiare nel mondo lavorativo degli uomini ed,
in parte, ci riesce pur non sentendosi ancora abbastanza e per questo
intraprende la via della prostituzione, che sarà la sua doppia vita lavorativa,
il cui degrado morale la assorbirà e consumerà nella folle e grottesca
ostinazione a sentirsi bella come la giovane Yuriko.
Il terzo
punto di vista non è un vero e proprio diario, ma un memoriale, fatto dal
contadino cinese accusato dei due omicidi, Zhang. Anche per lui si ripercorre
tutta la vita nei punti salienti fino all’incontro prima con l’una e poi con
l’altra donna. La sua nevrosi esistenziale comincia, comunque, da prima di
incontrarle. I problemi e le difficoltà che ha patito, subito e fatto subire
l’hanno profondamente trasformato sotto l’apparente maschera di normalità umana
che indossa in società.
Tutti sono
personaggi che agiscono indossando una sorta di maschera che trasfigura la loro
realtà personale, ma molto di loro lo si apprende dal modo di comportarsi e di
riflettere sul loro modo di raccontarsi anche mentendo. I fatti narrati più
volte, a seconda del punto di vista di chi narra, assumono una connotazione
diversa in base alla psiche di chi parla, al suo modo di recepire gli eventi,
di viverli in prima persona o di trasfigurarli in base alla sua mente, più o
meno malata di infelicità. Anche le menzogne vengono fuori dalla lettura e sta
al lettore decidere a chi dare credito e a chi no.
I fatti
narrati iniziano a due anni dalla morte della prima vittima e ad uno dalla
morte della seconda, nel periodo in cui si inizia il processo dell’unico
imputato, ossia quando l’io narrante ha 40 anni, ma le vicende e i diari
raccontano la loro vita dall’infanzia o dal momento in cui hanno deciso di
raccontarla. Molti sono i colpi di scena che non risparmiano il lettore
attento. L’ultimo colpo di scena arriva addirittura a 6 righi dalla fine giusto
per lasciarti per senso di imprevisto, inatteso, un brivido che ti fa dire che
quelle 838 pagine non ti sono bastate. Il finale, l’evoluzione delle vicende e
soprattutto il modo in cui ci si arriva, sta a voi scoprirlo. La piacevolezza
di questo libro impegnativo, ma non drammatico, più che altro psicologico e che
narra il dramma umano lo rendono un’ottima lettura. Una nota di merito va anche
alla scrittrice che ha saputo fondere così bene gli ingredienti della trama con
la narrazione.
L’ultima
cosa da spiegare è il titolo “Grotesque” che sta a indicare le donne intorno ai
quarant’anni, che, pur non avendo più la bellezza della gioventù e non
riuscendo quasi più a trovare clienti a causa del loro aspetto deteriorato,
continuano a prostituirsi per sopravvivere, per abitudine o per vizio.
E 10 euro
per 838 pagine così ben scritte, che ti fanno riflettere e ti appassionano,
sono ben spese.
Sicuramente
molti l’avranno letto, visto che il libro è del 2003, ma è arrivato in Italia
nel 2008 ed adesso è stato riedito nel 2012. E’ un libro che piace molto alle
donne e che anche gli uomini sanno amare. È un giallo psicologico scritto con
cura, ma che tratta soprattutto di argomenti, riflessioni, tematiche e scene di
vita adatti per un pubblico adulto.
L’avete
letto? Vi è piaciuto?
Cosa vi ha
fatto riflettere di più sulla condizione della donna che non è solo limitata
alla cultura giapponese, ma anche al mondo lavorativo occidentale?
Cosa porta
una donna a scegliere consapevolmente quale è il futuro lavorativo che vuole
intraprendere?
Ciao , come stai? Vedo che sei una divoratrice di libri. Un bacione e buona serata.
RispondiEliminaAccolgo il tuo consiglio,il seguito lo leggerò "dal vivo"
RispondiEliminapurtroppo io non ho tempo per leggere....mi manca già per fare delle cose importanti!Ma ho apprezzato la tua recensione,ottima.
RispondiEliminaBuona domenica
Non l'ho letto, però ho apprezzato molto la tua recensione. Trasmetti bene il tuo entusiasmo!!! :)
RispondiEliminaPenso che accetterò il tuo invito alla lettura!
Bacioni :)
CARA TINA .
RispondiEliminaIl libro non lo letto , ma con tutto l'entusiasmo che mi hai trasmesso , cercherò di procurarmelo per che ho mio cognato che fa il rappresentante di libri, e come sai a me piace molto leggere .
CIAO E BUONA SERATA LINA
Hai fatto una recensione magistrale! E, poi, leggere é ... vivere!
RispondiEliminaAnche questo in wish list da tempo...sono felice che ti abbuia entusiasmato...leggi anche le casalinghe di Tokyo, sempre della Kirino...l'ho letto più o meno un anno fa e lo trovai fantastico..
RispondiEliminaQuesta autrice ha avuto grande successo.
RispondiEliminaHo comprato un suo libro in italiano "L'isola dei naufragi" ma ancora non l'ho letto...