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domenica 19 febbraio 2012

Grotesque di Natsuo Kirino


Quello di cui vi parlo oggi è un libro che solo i coraggiosi affrontano, viste e considerate le 838 pagine di romanzo, più le seguenti con un glossario di approfondimento.
Peccato per chi non intraprende questa lettura, perché non stanca, non ha parti noiose, ma parla di vita, di sentimenti, di passioni anche negative che corrodono l’animo umano. È una lettura che fa riflettere su se stetti, sulle gelosie che si provano verso gli altri, sulla possessività imposta dall’attrazione, sull’invidia verso ciò che non abbiamo e che vediamo negli altri, sulle perversioni dell’animo umano che a volte distorce i sentimenti e le azioni.
Se non lo leggete questo libro, perdete qualcosa. L’ho letto nell’arco di diversi giorni e ho riacutizzato la mia tendinite al polso, ma sono contenta di averlo letto. L’avevo scelto soprattutto perché ero stata attratta dalla bella copertina la cui immagine di un nudo artistico trasmette già che sarà un libro che tratterà sia di donne che di uomini e tratterà tematiche profondamente psicologiche partendo proprio dal corpo e dalla sua fisicità.
Il secondo motivo per cui l’ho scelto è la scrittrice, Natsuo Kirino, che è tra le migliori scrittrici giapponesi contemporanee ed ha già all’attivo diversi romanzi ben accolti dalla critica. Anche questo, Grotesque, del 2008, già pubblicato in Italia negli anni precedenti ed adesso ripubblicato in edizione economica con la Beat Edizioni, è una lettura lunga, ma piacevolissima nello stile, appassionante nei contenuti, che intrappolano il lettore nel voler sapere tutto di questi esseri umani, così ben delineati nelle loro miserie e nei loro conflitti esistenziali. Sono le storie per cui alla fine dici la mia esistenza è sicuramente migliore, ma che ti aiutano anche a comprendere meglio gli altri.
Il terzo motivo che mi ha attirata alla lettura di questo libro, ovviamente, è la trama.
Due prostitute di Tokio, Yuriko e Kazue - la prima, figlia di madre giapponese e di padre svizzero, dotata di una bellezza quasi sovrannaturale, le seconda, invece, forte di una caparbia determinazione - sono assassinate in modo feroce, e la loro morte lascia una serie di domande senza risposta. Chi erano queste due brave ragazze che si sono trasformate in donne "grottesche", mostri di perversione ed eccessi, di irriducibile quanto tragica volontà di indipendenza? Quali eventi hanno condotto la loro vita verso un esito così tremendo, dove si annida l'enigma di una perdizione che nulla sembra poter arrestare?Al loro tragico destino si unisce quello di un contadino cinese immigrato in Giappone, cresciuto con la famiglia in condizioni di estrema povertà, che viene accusato degli omicidi. Ammetterà di aver commesso il primo, di aver ucciso la bellissima Yuriko, ma non è stato l'artefice del secondo, seppure le due violenze siano così simili, e le coincidenze così schiaccianti.
E’ una lettura per adulti ed il tema profondo, al di là delle singole storie che si intrecciano fra di loro, è la condizione della donna che decide di rendersi indipendente sfruttando il proprio corpo per dominare il mondo degli uomini, cioè dandosi alla prostituzione, fino a rimanerne vittima. È un’accusa che la donna fa alla società che l’ha indotta a diventare un mostro di perversione ed eccessi.
VOTO 9,5

Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

E’ un libro non soltanto femminile. Non dispiacerà anche agli uomini che tentano di comprenderne l’universo. È un libro non di facile lettura a livello interiore. Dal punto di vista stilistico è ben organizzato, scorrevole, semplice ed allo stesso tempo dettagliato, riguardo agli aspetti culturali nipponici, interessante e avvincente, nonostante la mole di pagine. La scrittrice, con un sapiente incastro di punti di vista e intreccio fra i personaggi principali, narra le loro storie, la loro trasformazione interiore e le loro vicende anche più volte per darne l’esatto punto di vista. Ciò avviene perche un diario personale principale si allarga incorporando altri diari di altri personaggi che vengono letti e dati da leggere al lettore per comprenderne meglio le umane miserie e l’evoluzione delle loro vite.
A narrare la storia principale è un io narrante femminile, sorella della prima vittima di cui, badate bene, non verrà mai fatto espressamente il nome. Lei non decide banalmente di indagare perché la sorella è stata uccisa, poiché per tutta la vita l’ha odiata ed ha cercato di sfuggirle, sentendosi la prima vittima della bellezza di sua sorella, Yuriko. Il diario di Yuriko, ad altissimo contenuto erotico, è la parte che intrappola ancora di più nella storia, poiché Yuriko, al contrario di quello che provoca nell’animo della sorella, riesce a farsi amare dal lettore, per le sue idee riguardo agli uomini che crede fermamente di comprendere meglio degli altri, ma che continua ad avere dei limiti anche per se stessa, riguardo le sue passioni e la sua interiorità che soffoca ed annega nel sesso e nell’ossessione di continuare ad averne.
La seconda vittima, Katzue, è compagna di scuola della narratrice e ne incorpora le emozioni negative nei confronti della bellissima Yuriko. È anche un personaggio molto ambizioso che intende primeggiare nel mondo lavorativo degli uomini ed, in parte, ci riesce pur non sentendosi ancora abbastanza e per questo intraprende la via della prostituzione, che sarà la sua doppia vita lavorativa, il cui degrado morale la assorbirà e consumerà nella folle e grottesca ostinazione a sentirsi bella come la giovane Yuriko.
Il terzo punto di vista non è un vero e proprio diario, ma un memoriale, fatto dal contadino cinese accusato dei due omicidi, Zhang. Anche per lui si ripercorre tutta la vita nei punti salienti fino all’incontro prima con l’una e poi con l’altra donna. La sua nevrosi esistenziale comincia, comunque, da prima di incontrarle. I problemi e le difficoltà che ha patito, subito e fatto subire l’hanno profondamente trasformato sotto l’apparente maschera di normalità umana che indossa in società.
Tutti sono personaggi che agiscono indossando una sorta di maschera che trasfigura la loro realtà personale, ma molto di loro lo si apprende dal modo di comportarsi e di riflettere sul loro modo di raccontarsi anche mentendo. I fatti narrati più volte, a seconda del punto di vista di chi narra, assumono una connotazione diversa in base alla psiche di chi parla, al suo modo di recepire gli eventi, di viverli in prima persona o di trasfigurarli in base alla sua mente, più o meno malata di infelicità. Anche le menzogne vengono fuori dalla lettura e sta al lettore decidere a chi dare credito e a chi no.
I fatti narrati iniziano a due anni dalla morte della prima vittima e ad uno dalla morte della seconda, nel periodo in cui si inizia il processo dell’unico imputato, ossia quando l’io narrante ha 40 anni, ma le vicende e i diari raccontano la loro vita dall’infanzia o dal momento in cui hanno deciso di raccontarla. Molti sono i colpi di scena che non risparmiano il lettore attento. L’ultimo colpo di scena arriva addirittura a 6 righi dalla fine giusto per lasciarti per senso di imprevisto, inatteso, un brivido che ti fa dire che quelle 838 pagine non ti sono bastate. Il finale, l’evoluzione delle vicende e soprattutto il modo in cui ci si arriva, sta a voi scoprirlo. La piacevolezza di questo libro impegnativo, ma non drammatico, più che altro psicologico e che narra il dramma umano lo rendono un’ottima lettura. Una nota di merito va anche alla scrittrice che ha saputo fondere così bene gli ingredienti della trama con la narrazione.
L’ultima cosa da spiegare è il titolo “Grotesque” che sta a indicare le donne intorno ai quarant’anni, che, pur non avendo più la bellezza della gioventù e non riuscendo quasi più a trovare clienti a causa del loro aspetto deteriorato, continuano a prostituirsi per sopravvivere, per abitudine o per vizio.
E 10 euro per 838 pagine così ben scritte, che ti fanno riflettere e ti appassionano, sono ben spese.
Sicuramente molti l’avranno letto, visto che il libro è del 2003, ma è arrivato in Italia nel 2008 ed adesso è stato riedito nel 2012. E’ un libro che piace molto alle donne e che anche gli uomini sanno amare. È un giallo psicologico scritto con cura, ma che tratta soprattutto di argomenti, riflessioni, tematiche e scene di vita adatti per un pubblico adulto.

L’avete letto? Vi è piaciuto?
Cosa vi ha fatto riflettere di più sulla condizione della donna che non è solo limitata alla cultura giapponese, ma anche al mondo lavorativo occidentale?
Cosa porta una donna a scegliere consapevolmente quale è il futuro lavorativo che vuole intraprendere?

8 commenti:

  1. Ciao , come stai? Vedo che sei una divoratrice di libri. Un bacione e buona serata.

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  2. Accolgo il tuo consiglio,il seguito lo leggerò "dal vivo"

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  3. purtroppo io non ho tempo per leggere....mi manca già per fare delle cose importanti!Ma ho apprezzato la tua recensione,ottima.
    Buona domenica

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  4. Non l'ho letto, però ho apprezzato molto la tua recensione. Trasmetti bene il tuo entusiasmo!!! :)
    Penso che accetterò il tuo invito alla lettura!
    Bacioni :)

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  5. CARA TINA .
    Il libro non lo letto , ma con tutto l'entusiasmo che mi hai trasmesso , cercherò di procurarmelo per che ho mio cognato che fa il rappresentante di libri, e come sai a me piace molto leggere .
    CIAO E BUONA SERATA LINA

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  6. Hai fatto una recensione magistrale! E, poi, leggere é ... vivere!

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  7. Anche questo in wish list da tempo...sono felice che ti abbuia entusiasmato...leggi anche le casalinghe di Tokyo, sempre della Kirino...l'ho letto più o meno un anno fa e lo trovai fantastico..

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  8. Questa autrice ha avuto grande successo.
    Ho comprato un suo libro in italiano "L'isola dei naufragi" ma ancora non l'ho letto...

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