Frammento 41 per Penelope.
Buona lettura!
«E ti piaceva giocare con le bambole?»
Dal parlarmi delle sue bambine, ora mi interrogava sulla mia infanzia.
“Chissà perché?”
«Certo, che mi piaceva!» gli risposi.
«Ed altri giochi, come il girotondo? O il gioco della campana? Lo sai che lo hanno insegnato a scuola alla mia bambina più piccola?»
«Davvero? Sì, mi piacevano entrambi, ma ero maldestra e con niente mi facevo male e tornavo a casa piangendo piena di ferite. Per questo preferivo giocare con le bambine, almeno si preoccupavano per me e mi accompagnavano a casa. I bambini non l’avrebbero mai fatto.»
Non ci potevo credere. Mi stavo aprendo con un perfetto estraneo.
“Incredibile!”
Rispose con un’esclamazione al mio racconto.
cavolo
RispondiEliminaio all'asilo ero un disastro
ogni tre per due tornavo a casa con qualcosa di rotto e ricordo anche che una volta si sono dimenticati di venirmi a prendere e sono rimasto lì fino a serata inoltrata
..è naturale, parlare con gli sconosciuti, a volte riescono ad ascoltare meglio e la Penny l'ha capito..un pò quando si prende il treno, si è in viaggio e qualcuno ti racconta la sua vita..Amavo giochi da maschietto, niente bambole, solo calcio ed arrampicata libera sugli alberi..
RispondiEliminaUn bacio in attesa del seguito:-)
Piove, diluvia, ombrello a gogò:-))
a volte parlare con gli sconosciuti è liberatoriol'ho imparato in treno che prendevo spesso...
RispondiEliminaIo tagliavo tutti i capelli alle bambole... e giocavo con le macchine o con i lego.
RispondiEliminaA parte questo, e poi? Sono curiosa di sapere il resto!
Non so se sia più facile parlare con gli estranei, dipende dalla persona, chi è riservata come me non lo fa comunque.
RispondiEliminaHo bei ricordi della mia infanzia, a scuola mi divertivo molto con i miei compagni.
A volte con un perfetto estraneo è più facile aprirsi.
RispondiEliminasono d'accordo con Alfa,
RispondiEliminae' piu' facile aprirsi con un estraneo...