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martedì 16 gennaio 2018

Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti


FIORI SOPRA L'INFERNO di Ilaria Tuti, una Donato Carrisi al femminile, con balenanti lampi di originalità, è più di un caso letterario. È un romanzo d'esordio che si rivela un autentico capolavoro. È un thriller psicologico, dalla grande potenza descrittiva, ambientato nel paesino montano di Travenì, tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, un paesaggio di una bellezza selvaggia e misteriosa.

La protagonista, il commissario Teresa Battaglia, è un personaggio femminile che entra nel cuore del lettore, per il suo essere odiosa e materna nello stesso tempo. Il suo personaggio è complesso, interessante, ricco di sfumature. Lavora in coppia con il giovane Marini, un tipo un po' inesperto, un ragazzo promettente, da istruire e plasmare per la combattente Battaglia. I due hanno un'intesa che fatica a chiamarsi tale. Il loro entrare in sintonia si costruisce gradualmente e ricorda un po' la coppia investigativa Vera Stanhope e Joe Ashworth.

Da Teresa Battaglia, Marini ha molto da imparare. E forse anche il lettore.

Lei, Teresa, è abilissima nell'entrare nella mente di coloro cui dà la caccia.

"Forse loro vedono il mondo meglio di noi. Vedono l'inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno. Il loro passato li ha privati di un filtro che a noi invece è stato concesso. Questo non vuol dire che abbiano ragione a uccidere, o che io li giustifichi. O che, in un lontano passato, hanno sofferto e quella sofferenza li ha trasformati in ciò che sono. Io questo non lo posso dimenticare."

L'approfondimento psicologico della protagonista, come anche dei personaggi secondari, fa di questo thriller una lettura interessante da non lasciarsi sfuggire. Spero che giunga presto un seguito, una nuova indagine, altrettanto avvincente, con verità e segreti da portare alla luce.

"Ecco il suo fiore. Il più bello tra quelli che gli impedivano di vedere l'inferno."

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