È un romanzo sorprendente che coniuga vari
ingredienti: il giallo poliziesco di ambientazione italiana, il mondo
supertecnologico degli hacker, il soprannaturale e la filosofia buddhista. A
condurre un'indagine, che colpisce dall'inizio l'attenzione del lettore, è la
commissaria Vittoria Troisi, personaggio letterario alla sua seconda indagine,
dopo "Il cartomante".
Vittoria Troisi è una protagonista multisfaccettata
molto interessante. È tante cose insieme. È un poliziotta dedita al lavoro,
lontana dalla sua città natale, Roma, e dal quartiere problematico in cui è
vissuta. È una single, che guarda al suo aspetto esteriore, si confronta con le
altre donne e vorrebbe migliorarsi, nonostante riscuota già un discreto
successo con l'altro sesso, che mantiene comunque a distanza.
È una laureata. È segretamente una hacker. È una
donna che ha delle visioni. In particolare, ha un'anima guida, Victor, un uomo
che ha ucciso in passato e che, per qualche misterioso motivo, la aiuta nelle
indagini.
Molto interessanti e ben delineati sono anche gli
altri personaggi che ruotano intorno a Vittoria Troisi.
Interessante è anche il caso, quello di una bambina
scomparsa nel bosco, Mila, che dà il titolo al romanzo.
Mila appartiene ad una famiglia molto ricca ed
influente di Brescia. È una famiglia che nasconde molti, torbidi segreti,
familiari e professionali. La ricerca di questa dolce creatura pura, in mezzo a
tanto lerciume, diventa l'imperativo al quale Vittoria cerca di dare una
risposta. Vittoria vuole ritrovare Mila viva, sana e salva. A guidare Vittoria
Troisi, ci sono sensazioni, apparizioni, voci, oltre ai normali indizi frutto di
un accurato lavoro d'investigazione.
IL BOSCO DI MILA è un giallo avvincente, ricco di
colpi di scena, che racconta rancori mai sopiti che risalgono alla Seconda
guerra mondiale e agli anni di piombo.
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