Come si fa a dimostrare la propria innocenza quando ci sfugge qualcosa
di molto importante? Quando non ricordiamo esattamente quel qualcosa che ci
viene proposto come certo, come facciamo a dimostrare che non è reale? E se
invece fosse reale? E se fossimo noi che non lo ricordiamo?
È sicuramente un incubo quello che si vive in una situazione del
genere. È l'incubo che si trova a vivere Alice Humphrey, principale sospettata
dell'omicidio del suo affascinante capo.
Ma Alice è molte altre cose ...
È l'amata figlia di una famiglia privilegiata, ma nota alla cronaca per
precedenti scandali. È anche una ragazza determinato a farcela da sola, a
realizzarsi nel lavoro senza l'aiuto di papà. È una giovane intraprendente come
tante che vive nella Grande Mela.
L'incontro casuale con quello che diventa il suo nuovo capo, Drew
Campbell, le cambia davvero la vita. Campbell è il rappresentante di un ricco
mecenate anonimo che vuole lanciare un artista delle doti artistiche
controverse. Lui vuole aprire una galleria d'arte e vuole che Alice la
gestisca. Per Alice è tutto incredibilmente provvidenziale ed accetta senza
pensarci su due volte.
Alice si trova in un groviglio di menzogne. L'anonimo mecenate è
impossibile da rintracciare ed anche il
controverso e chiacchierato artista, noto con uno pseudonimo, si dà alla
macchia. Sembra come se Alice fosse caduta in una trappola, ordita da qualcuno
che agisce nell'ombra, per incastrarla.
Se vuole non essere accusata di omicidio, deve scoprire la verità ed
individuare il colpevole.
Alice è un bel personaggio: è intelligente, interessante e simpatica.
Anche questa volta, la scrittrice americana, Alafair Burke, ha ideato
una storia complessa, coinvolgente e avvincente. È
un autentico giallo. Diventa sempre più ingarbugliato ed intrappola il lettore che
non resiste alla curiosità di sapere come finirà.
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