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sabato 8 aprile 2017

Mindhunter di John Douglas e Mark Olshaker

Come diceva Amleto "Tutta la terra non basterà a seppellire un delitto. Alla fine, lo si scoprirà."
John Douglas e Mark Olshaker hanno scritto un libro per raccontare l'incubo, l'orrore, la carneficina, dal lato di chi lotta contro il tempo, da chi non vuole che il Male personificato continui a mietere vittime, da chi dà la caccia ai serial killer.

L’intuizione di parlare, con i serial killer o "mostri", già catturati, è opera di John Douglas. È lui l’uomo che ha inventato il Criminal Profiling dell’FBI e che, per farlo, ha dovuto confrontarsi con le più atroci menti criminali del suo tempo, andando a trovarli nei loro luoghi di detenzione, entrando in confidenza con loro, chiedendo loro consigli e pareri sugli altri serial killer attivi, su quelli ancora a piede libero, a godersi la libertà, guardandosi intorno alla ricerca di probabili vittime.

Per anni, John Douglas ha interrogato in carcere gli assassini e gli stupratori seriali, indagandone le ossessioni e le perversioni, fronteggiando, in prima persona, l’orrore e l’orgoglio di questi "mostri", per poter dare la caccia ad altri come loro.

Mindhunter racconta sotto forma di romanzo un percorso di indagine, di analisi e raccolta di dati, dettagli ed indizi per ricostruire il Male e i luoghi dove si annida. I cacciatori di serial killer, profiler o MINDHUNTER seguono le ipotetiche piste lasciate dalle abitudini umane. Cercano l'origine del "Male", trovando il modo di identificarlo.

Lo stile di Mindhunter è ricco di suspense e il dipanarsi della trama rivela gli aspetti, progressivamente, più agghiaccianti della mente umana. È un po' come sentirsi una spaurita Clarice Starling dinanzi ad Hannibal Lecter. Mindhunter è un piccolo gioiello del genere crime fiction, impreziosito da un'ottima prefazione, scritta da Donato Carrisi.


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