Emma-Jane Kirby
L’ottico di Lampedusa
romanzo Salani
pp.196 – euro 14,90
a marzo in libreria
“Non sono un eroe. Ho fallito. Noi, l’Italia, l’Europa”.
Carmine
di mestiere fa l’ottico, ha cinquant’anni, e ha scelto di vivere nella
meravigliosa isola di Lampedusa, incastonata nel Mediterraneo, per la
sua pace,
per il mare bellissimo, blu cobalto, in cui nuotano i delfini. Carmine potrebbe essere ognuno di noi:
ha la sua vita, si preoccupa del futuro dei figli ormai grandi, si
tiene in forma facendo jogging, ha un’attività ormai avviata, degli
amici, insomma
una vita tranquilla e solida nella calma di questa terra tra la Sicilia
e l’Africa. Sì, certo, anche qui qualcosa è cambiato, i turisti, i
resti dei barconi abbandonati, i sacchetti di plastica che svolazzano,
quei gruppetti di africani che vede per le strade
dell’isola, autobus che ormai quasi ogni giorno escono dal porto
stipati di migranti appena sbarcati, e poi tv e giornali traboccano di
notizie di naufragi. Meglio non pensarci. Ma quel
3 ottobre del 2013 Carmine esce in barca con i suoi amici, a
pescare e godersi il mare d’autunno, e all’improvviso si ritrova calato
in quella realtà sino ad allora così lontana.
In otto, con un solo salvagente recuperano quarantasette naufraghi, e
la loro vita e quella dei salvati non sarà mai più la stessa. Tutti gli
altri sono morti. Questo romanzo non è solo il racconto intenso e
indimenticabile del risveglio di una coscienza,
ma anche una testimonianza toccante che riesce a evitare la retorica e
l’invettiva riportando il problema dei migranti, senza banalizzarlo,
alle sue dimensioni umanitarie, e che
chiarisce la situazione di una crisi tuttora in corso, culminata in
una delle più imponenti migrazioni di massa della storia dell’umanità.
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