È un onore che una scrittrice di fama mondiale, come Tess Gerritsen,
apprezzi testi fondamentali della saggistica made in Italy. Tess Gerritsen ha abbandonato la sua celebre serie
di medical thriller, divenuta una
lunga lista di bestseller, che hanno come co-protagoniste la detective Jane
Rizzoli e il medico legale Maura Isles, ma non ha cambiato il suo stile
avvincente e le tecniche narrative appropriate, per generare tante aspettative
e quel brivido di suspense. Soltanto la trama stupisce per l'originalità e per
l'ambientazione. È un vero e proprio tributo agli affezionati lettori italiani
che, nonostante siano rimasti un po' spaesati dalla novità, non hanno potuto
non apprezzare IL BATTITO DEL SANGUE, un omaggio all'arte, all'architettura e
alla musica italiana, ma anche alla storia drammatica e gloriosa del popolo che
abita questo splendido Paese. Roma e Venezia fanno da sfondo al romanzo che
raccoglie due generi diversi e due narrazioni, apparentemente indipendenti, ma
destinate ad intrecciarsi. C'è una componente paranormale da thriller
psicologico, quella di Julia Ansdell con le sue paure e paranoie. E c'è
un'altra storica che narra il periodo delle deportazioni degli ebrei nel campo
di smistamento della Risiera di San Sabba.
"Incendio", misterioso spartito di un inedito valzer, scritto
da uno sconosciuto compositore, "è
l'anello principale di una concatenazione di prove" che congiunge le
narrazioni delle due vicende: la prima ambientata al giorno d'oggi; la seconda
tra il 1938 e il 1944.
Nella prima vicenda, non c'è situazione più thriller per una madre del
sentire la propria figlioletta di tre anni intonare una cantilena ("male a mamma, male a mamma"), per
vantarsi di averla letteralmente ferita o per aver fatto qualcosa di
profondamente malvagio.
"Ecco l'altra faccia della
maternità, quella di cui nessuno parla mai, quella che non è tutta rose e
fiori. Nessuno ti dice che il figlio che ha nutrito nel grembo, dal quale ti
aspettavi amore e gratificazione senza limiti, ti succhierà il sangue come un
parassita."
Nella seconda vicenda, c'è l'incontro tra due persone destinate ad
amarsi profondamente negli anni a seguire. Ma il loro amore non nasce sotto una
buona stella a causa del periodo storico in cui vivono. È avvolto da una
funerea luce che non viene rischiarata nemmeno dalle melodie che i loro
strumenti fanno risuonare.
È un ottimo thriller, un capolavoro che eleva il livello, già superlativo,
di una scrittrice notoriamente affermata. Ho apprezzato questo thriller,
incalzante, come al solito, ma che intreccia l'orrore della mente, che scivola
nel demoniaco, all'orrore della storia in tutta la sua malvagità. C'è, da un
lato, la singola mente che vede e percepisce il male, e, dall'altra, la follia
di una individualità, che si sente tanto superiore alle altre da voler sterminare
un'intera razza.
"L'orrore mi toglie la voce.
Non voglio sapere altro. Resto lì, paralizzata a guardare." Invece, la
scrittrice prende apertamente posizione nel narrare una grande pagina nera
della storia e, nel farlo, non tralascia di dar sfogo a sentimenti drammatici,
di sdegno e di speranza.
Inaspettato il finale che arriva dopo una lunga serie di colpi di scena
e di depistaggi narrativi per non permettere al lettore di arrivare troppo
facilmente alla soluzione del complesso enigma psicologico.
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