Che cosa significa "non c'è un motivo"?
"Ora capisco, capisco tutto.
Non voglio rimanere intrappolato nell'illusione che mi voglia bene."
E adesso? Un titolo semplice e intrigante per una storia noir che
racconta una vicenda che affonda le radici nella quotidianità di ognuno di noi,
a volte tanto banale da scivolare in qualche gesto di assurda follia. È opera di
uno scrittore cinese che non conoscevo ancora, A Yi. Il suo romanzo breve mi è
piaciuto molto. L'ho trovato intelligente e coinvolgente, lucido e dettagliato nella
narrazione dei gesti e delle motivazioni, irrazionali, che spingono il protagonista
a pianificare un omicidio, apparentemente compiuto senza un vero perché, ma in
realtà denso di troppe frustrazioni ed insoddisfazioni. Quello che poteva
essere un suicidio per depressione diventa un efferato delitto con la
conseguente fuga, però, senza troppa voglia di farla franca.
"Mi sarebbe piaciuto essere
qualcuno di eccezionale. Ma qualsiasi cosa finisce come acqua nel deserto:
evapora."
Lo sconvolgente protagonista, un normalissimo ragazzo della provincia
cinese, insoddisfatto della propria esistenza senza lavoro, decide di diventare
eccezionale per qualcosa che lo faccia ricordare, che gli permetta di uscire
dall'anonimato facendo del male alla più innocente delle creature che conosce,
una ragazza, dolce e perbene, che ha mal riposto in lui la sua fiducia.
"Lei è un'esca. La natura mi
guarda profetica e stupefatta mentre cado in trappola, un passo dopo l'altro."
Il suo è un progetto totalmente folle, grottesco.
"Dovevo fare del male a lei,
che era una così brava ragazza. Non ero tanto io a volerlo, quanto lei a
imporlo".
Tanto interessante, quanto sconvolgente. Un romanzo adatto per
riflettere sulla mancanza di empatia e sull'anaffettività che domina il
presente.
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