La giustizia non fa ascolti.
Cronaca nera e potere dei media
nel nuovo thriller di Donato Carrisi.
Donato Carrisi
LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
Avviene un crimine ogni sette minuti, ma solo alcuni di questi diventano subito casi mediatici.
Solo
a un’infinitesima parte di essi verranno dedicati articoli di giornali,
servizi nei notiziari, talk show, interpellando esperti criminologi,
psichiatri, psicologi, perfino filosofi.
Solo per alcuni di questi verranno versati fiumi d’inchiostro e
verranno riservate ore e ore dei palinsesti televisivi. Un delitto, un
omicidio ben raccontato, può far nascere un
indotto: genera ottimi risultati in termini di audience e può
fruttare a un network milioni in sponsor e pubblicità. Se l’omicidio
avviene in una piccola comunità, nei mesi di sovresposizione mediatica
questa vedrà crescere la presenza turistica e, di
conseguenza, la propria ricchezza. Li chiamano “i turisti dell’orrore” e
ormai vengono considerati una risorsa alla pari dei pellegrini che
visitano i luoghi sacri.
Il nuovo romanzo di Donato Carrisi,
La ragazza nella nebbia, è il primo thriller che affronta
il tema della “nebbia mediatica” e lo fa creando un personaggio tanto
ambiguo quanto reale, l’agente speciale Vogel, un investigatore cui non
interessa nulla del dna, che non sa che farsene
dei rilevamenti della scientifica, ma che è insuperabile in una cosa:
manovrare i media, attirare le telecamere, conquistare le prime pagine,
ottenendo in questo modo sempre più fondi per l’indagine grazie
all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa».
Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in
galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci
vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far
sì che un crimine riceva non tanto una soluzione,
quanto un’audience, perché “la giustizia non fa ascolti. La
giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro. E io le do
quello che vuole”.
La ragazza nella nebbia non è solo un romanzo: diventerà presto un film, il primo con Donato Carrisi alla regia.
Donato Carrisi
è nato nel 1973 a Martina
Franca. Si è laureato in Giurisprudenza con una tesi su Luigi Chiatti,
il “Mostro di Foligno”, per poi seguire i corsi di specializzazione in
criminologia e scienza del comportamento.
Nel 1999
ha iniziato l’attività di sceneggiatore per cinema e televisione.
Fra
le altre, ha scritto la sceneggiatura di “Nassirya - Prima della fine”
per Canale 5 ed è autore di soggetto e sceneggiatura della miniserie
thriller “Era mio fratello” per Raiuno.
Nel 2009
pubblica con Longanesi il suo primo romanzo Il suggeritore, con il quale vince il Premio Bancarella; a seguire
Il tribunale delle anime (Longanesi, 2011), La donna dei fiori di carta
(Longanesi, 2012), L’ipotesi del male (Longanesi, 2013), Il cacciatore del buio
(Longanesi, 2014).
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