Un paese ci vuole
Silvia Truzzi
Longanesi Saggistica - Pag. 238 - € 14.00
Cesare Pavese scriveva che «Un paese vuol dire non essere soli». Ma
nella velocità dei cambiamenti, sociali e politici, nel frastuono
della comunicazione incessante, non è facile trovare punti di
riferimento che ci facciano sentire felicemente parte di un Paese.
Allenare la memoria non è un esercizio comune: Silvia Truzzi ha
incontrato per Il Fatto quotidiano sedici italiani con i capelli
bianchi, che in queste pagine raccontando se stessi ci parlano del
passato e del futuro dell’Italia, di impegno e politica, di quel che ci
manca e di quello che, con negligente disat - tenzione, abbiamo
perso. O che abbiamo dimenticato, magari per comodità. Viene così alla
luce un ricchissimo patrimonio di cultura, saggezza e umanità che non
può essere liquidato con il detestabile slogan della «rottamazione».
Sedici grandi voci hanno ancora qualcosa di molto importante da dirci:
Andrea Camilleri, Luciana Castellina, Guido Ceronetti, Pietro Citati,
Gherardo Colombo, Massimo Fini, Vittorio Gregotti, Claudio Magris,
Dacia Maraini, Piergaetano Marchetti, Piero Ottone, Giampaolo Pansa,
Stefano Rodotà, Giovanni Sartori, Emanuele Severino, Gustavo
Zagrebelsky.
La tendenza alla
riduzione di ogni discorso a semplici slogan, magari da 140 caratteri,
sta prendendo il sopravvento, rischiando di liquidare frettolosamente un
patrimonio di cultura e saggezza che non può andare
perduto e che andrebbe preservato: di questo è convinta Silvia Truzzi, firma del
Fatto Quotidiano, che nel saggio Un paese ci vuole ci dimostra come l’esperienza abbia ancora molto da insegnare attraverso il confronto con personalità che hanno fatto grande il nostro
secondo Novecento italiano.
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