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lunedì 22 dicembre 2014

Il suo ultimo respiro di Linda Castillo

Risolvere un caso è come comporre un puzzle. Un puzzle formato da migliaia di tessere, alcune delle quali sono danneggiate o mancanti o addirittura false. All’inizio nessuna di esse sembra trovar posto nel disegno finale, perché sono di forma o di colore sbagliato. Il mio lavoro consiste nel perseverare finché non trovo il modo di affiancarle e metterle in relazione. Un pezzo dopo l’altro, finisce per emergere un’immagine.


È proprio così che LINDA CASTILLO, dopo averci presentato un altro interessantissimo caso da risolvere, ci conduce alla verità, guidando Kate Burkholder, la protagonista della sua serie poliziesca nell’universo amish. Un padre amish guida il calesse, tornando a casa con i suoi tre figli. Tutti insieme intonano una vecchia filastrocca come da tradizione amish. La strada è deserta, quando il loro calesse finisce improvvisamente in rotta di collisione con un veicolo degli Englischer. Sembra un incidente, ma, come al solito nelle storie raccontate dalla Castillo, c’è sempre una verità terribilmente sconvolgente.

Kate Burkholder torna ad indagare a Painters Mill nella comunità amish, tra la gente cui un tempo apparteneva. Come per ogni sua indagine,in  IL SUO ULTIMO RESPIRO, tra gli amish Kate incontra chi la rispetta e chi la guarda con sospetto. C’è chi le vuole ancora bene, come l’amica Mattie, e chi è pronto ad accusarla di qualcosa di irrisolto del passato. Ma gli amish restano tali e “Se ascolti di nascosto, sentirai gli altri recitare i tuoi peccati.

Mi guarda come se non ci fosse bisogno di aggiungere altro. «Ma certo.»

Proprio così. Nessuna domanda. Nessuna svogliatezza. Nessuna scusa. Nessun ‘Lascia che finisca questo lavoro’ o ‘Mi faccio risentire’ o ‘Domani può andare?’. Non mi dice nemmeno che prima deve lavarsi le mani o cambiarsi. Perché quando sei amish e uno dei tuoi è nei guai, molli tutto e vai ad aiutarlo.

Il passato a Painters Mill sta per riaffiorare dal suo luogo di sepoltura e il commissario Kate Burkholder è pronta ad affrontarlo.

I testi di criminologia insegnano che un assassino torna sempre sul luogo del delitto. Mi chiedo se anche gli assassini siano divorati dal bisogno di sapere a che punto è la polizia in modo da riuscire a starle sempre un passo avanti.




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