Il
terzo episodio delle «Storie di una procura imperfetta»
In libreria: 9 ottobre 2014
IL
SONNO DELLA CICALA
Pagine: 392
Prezzo: 12,00 Euro
Nelle acque del lago di Ardese viene
ritrovato il corpo di Malachia Duprè, vecchio patriarca di un’aristocratica
dinastia piemontese che ha costruito la sua fortuna sul Barolo. Il caso finisce
sulla scrivania del magistrato Alvise Guarnieri che, affiancato dal maresciallo
Alfano, troverà non pochi ostacoli nel portare avanti l’indagine. Malachia
Duprè, uomo povero di amici e ricco di nemici, ha accumulato tanto potere e
denaro quanto risentimento e livore, diventando una presenza ingombrante e
scomoda per famigliari e avversari. La barriera innalzata dalla famiglia Duprè,
gelosa del proprio potere, ormai logoro, e di un prestigio che ha perso da
tempo la sua ragion d'essere, nasconde forse troppi segreti passati e presenti?
Che ruolo hanno avuto i quattro figli del vecchio Duprè – uomini deboli,
cresciuti all'ombra del padre – e le loro mogli, donne belle e affascinanti,
troppo innamorate del cognome dei loro consorti?
Sullo sfondo, i protagonisti e le comparse, i
casi umani e giudiziari, le mille storie ora drammatiche ora buffe che si
intrecciano ogni giorno nei corridoi della Procura di Ardese che, essendo
imperfetta, è specchio quanto mai realistico e verosimile di un ufficio
giudiziario.
Così,
mentre Alvise Guarnieri lavora all’indagine principale, la collega Anna
Vescovo si troverà ad affrontare il mistero di una bambina scomparsa in
piscina; il procuratore aggiunto Fossa attiverà una complessa indagine non
ufficiale; il maresciallo Alfano pagherà e verrà premiato per la propria
intraprendenza professionale e personale; l'ispettore Pantani tornerà a
catechismo; Agostina Arcais tuonerà contro i tragici effetti del doping nello sport
giovanile.
Roberta
Gallego,
magistrato, è nata a Treviso. Ha esordito nel 2013 con la pubblicazione di Quota 33, col quale ha inaugurato la serie dedicata alle «Storie di una
procura imperfetta», seguito da Doppia
ombra. Il sonno della cicala è il terzo romanzo della serie.
Tra le morbide
colline piemontesi,
la drammatica
dissoluzione e la rovina di un’aristocratica
famiglia
che ha costruito la sua fortuna sul Barolo,
distrutta da odi,
gelosie, vendette e sete di potere
Duprè
sollevò il calice rimirando il liquido in controluce.
«Il
sapore di questo Barolo è il sapore della mia gente:
non c’è
gentilezza inutile e chiassosa,
non c’è
la soavità frivola del miele e dei fiori estivi
che si percepisce nei vini
bianchi, non c’è
apparente salvezza.
Questo vino è un raspo di verità senza alibi.»
Tu non lo sai ma sei il mio punto di riferimento per la lettura.
RispondiEliminaQuando ho voglia di leggere vengo prima a farti visita poi decido.
Bacio!