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martedì 22 ottobre 2013

In un vicolo cieco di Linda Castillo

Crimini d’odio e famiglie Amish.



Il fascino malinconico dei vari aspetti della, troppo tranquilla, vita Amish è il punto di partenza del successo dei romanzi di Linda Castillo.

Apprezzo i suoi libri, forse proprio perché ambientati in una comunità che predilige le regole della vita semplice. Ne ho letti i primi 3 della serie che hanno come protagonista il capo della polizia di Painters Hill, Kate Burkholder. Dopo Costretta al silenzio e La lunga notte, il nuovo thriller, In un vicolo cieco, torna a scalfire la tranquilla routine del lavoro di Kate Burkholder e della comunità Amish da cui lei stessa, da adolescente, si è allontanata. La sua esistenza attuale, durante le indagini, torna puntualmente a scontrarsi con i ricordi e la violenza, messa a tacere, del suo passato.


In un vicolo cieco quattro ragazzini amish restano orfani dopo un orribile incidente, avvenuto in un capanno, mentre in città piccoli reati, aggressioni e molestie, mettono in luce la presenza di crimini d’odio nella tranquilla cittadina di Painters Hill, dove convivono, non sempre pacificamente, Englischer e Amish.


Alcune elementari preghiere della vita semplice recitano: Nessuno dovrebbe abbandonare i suoi perché Dio non abbandona i suoi, ma In un vicolo cieco non è affatto così. Dio sembra non volersi prendere cura dei pacifici Amish che subiscono vessazioni di ogni tipo e, a causa del loro stile di vita e della diffidenza verso le forze dell’ordine, rifiutano di collaborare.  

Copertina originale
Niente denuncia corrisponde a nessun reato, ma la questione è diversa quando ci sono quattro orfanelli da proteggere. Per Kate Burkholder diventa una faccenda personale, vitale, e, ad aiutarla, c’è il solito collega, amante e amico, John Tomasetti, che la affianca per i casi con indagini particolarmente complicate.
In un vicolo cieco è un caso complesso, coinvolgente, che si sviluppa su due fronti di indagine per individuarne i nessi. È una storia che riesce ad interessare il lettore, grazie ai meccanismi della suspense e alla sintonia che si è ormai instaurata verso chi svolge le indagini. Nonostante siano svariati i “ vicoli ciechi” in cui si ritrovano le indagini, la narrazione non ha punti morti e procede tenendo viva l’attenzione del lettore, con colpi di scena ad effetto. Lo stile narrativo è perfettamente scorrevole. La soluzione del caso è, ancora una volta, più sconvolgente e movimentata di quanto ci si aspetti.

http://www.youtube.com/watch?v=jkLIFkLkoEY&list=UUL_MimQj7TDbbBOCgPgVGkQ


2 commenti:

  1. Il tempo m'è tiranno e non ho letto il tuo post!
    Voglio solo donarti un abbraccio ed augurarti un sereno di buon tutto!

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  2. ciao Pupottina, grazie per questa interessante recensione, ci si inoltra in un mondo a noi sconosciuto, che ha subito negli anni ingiustizie e soprusi, se e' un giallo ancora meglio, per gli amanti di questo genere, ciao complimenti, buona giornata rosa.)

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