Mai
un titolo è stato più appropriato per un libro. Battuta di caccia, il secondo
romanzo della serie dedicata alla Sezione Q di Jussi Adler-Olsen (pubblicato
con Marsilio GialloSvezia), è un thriller che infiamma di curiosità la mente e
fa entrare il lettore nella crudele ottica del cacciatore, non solo di animali,
ma anche di vite umane, il killer perfetto, senza coscienza e rimorsi, presentando
dei protagonisti che vivono esistenze tanto vuote da aver bisogno di brividi
insani.
Il
primo libro della serie, La donna in gabbia, era già stato una scoperta (VediQUI). Il secondo non è solo una conferma, ma la nascita di una nuova passione,
quella per i libri del danese Jussi Adler-Olsen che, nello scrivere storie
thriller, non è solo bravo come lo svedese Stieg Larsson (cui viene paragonato),
ma lo ha anche superato. Mentre Larsson, dopo il caso del primo romanzo, ha
focalizzato i seguenti due libri soprattutto sulle vicende personali e intime
dell’ineguagliabile protagonista Lisbeth Salander, Adler-Olsen, dopo lo
strepitoso successo del caso che vedeva come vittima Merete Lynggaard, La donna in
gabbia, riesce a immaginare un’altra storia altrettanto efferata e follemente
brutale che riesce a volte anche a commuovere, esattamente come era accaduto
per il primo romanzo.
Le
quasi 500 pagine di Battuta di caccia si leggono che è un piacere forse anche
perché affiancano parti ad alta tensione ad altre in cui l’ormai inconfondibile
comicità di Adler-Olsen lascia nel lettore un senso di conforto. Nonostante le
sue storie narrino vicende caratterizzate dall’orrore, vedendo fino a che punto
un uomo può arrivare ad infliggere dolore ad un altro essere umano, Adler-Olsen
riesce grazie al suo personale stile narrativo a rivelare di volta in volta al
lettore quel tanto che è indispensabile ad accendere la curiosità senza
anticipare quello che accadrà dopo, tenendo vivo l’interesse e conducendo il
lettore in una caccia al cattivo che l’ha fatta franca nel passato. Sì, perché
vi ricordo che la Sezione Q è quella che indaga i casi freddi o “cold case”.
Il
senso cui il libro, romanzando una storia gialla ambientata a Copenaghen
aspira, è farci conoscere ciò che passa in una mente folle, sadica, sanguinaria.
Tutto
inizia con un prologo con una scena di caccia. Qualcuno scappa in un bosco
sperando che “loro” riescano a perdere le sue tracce, ma è terribilmente
difficile quando si hanno le mani legate. I brevi capitoli successivi delineano
altri personaggi che vivono esistenze contrastanti, chi nel lusso e chi nella
povertà. Ma qualcosa, nel passato, accomuna le loro vite.
“Premere il grilletto dava loro una
soddisfazione che poteva durare molti giorni. Guadagnavano milioni, ma quello
che li faceva sentire vivi era uccidere.”
Ecco
la trama ufficiale: Sono passati vent'anni da quando i corpi martoriati
di due ragazzi, fratello e sorella, sono stati ritrovati nella loro casa di
vacanza, nel nord della Danimarca. Le indagini della polizia conducono a un
gruppo di studenti ospiti di un collegio molto esclusivo nelle vicinanze. Ma le
prove a loro carico non sono sufficienti, e il caso viene archiviato.
L'incartamento finisce sulla scrivania di Carl Mørck, e il capo della Sezione Q
per i "casi di speciale interesse" ben presto si rende conto che tra
quelle pagine c'è qualcosa di molto, molto sbagliato. Con l'aiuto di Assad, suo
misterioso assistente siriano, Mørck comincia un'indagine attraverso le
gerarchie della società, dal più disperato dei barboni della stazione fino agli
uomini ai vertici del potere. La caccia è cominciata.
VOTO
10+
Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non
continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte
parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Nel
romanzo, cacciatori sono un po’ tutti i personaggi a loro modo: il detective Carl Mørk, quando segue
una pista; Assad, il suo fedele e misterioso aiutante, quando, come un segugio,
cerca un sospettato; Rose, la sua nuova e impertinente collaboratrice, quando
va a caccia di notizie che riguardano il passato; Mona Ibsen, psicologa della
polizia, mentre cerca di recuperare il sommerso nella coscienza di Carl Mørk; Hardy
Henningsen mentre è a caccia di motivi e stimoli che gli diano la forza di
vivere; e soprattutto il o i cattivi di turno, quando programmano una battuta
di caccia in cui la vittima ancora non sa di essere tale. Da un omicidio del
passato, man mano che l’indagine procede, le cose si fanno sempre più
interessanti e le scoperte sempre più agghiaccianti, terribili. Non c’è una
sola storia di sangue da scoprire ma svariati atti criminali. Una storia così
la poteva scrivere ottimamente solo Jussi Adler-Olsen che ci sta abituando ad
uno livello alto con i suoi superbi thriller. Come ogni gruppo, anche quello dei
cresciuti ragazzi del collegio di un tempo ha un’infinità di segreti da
nascondere, nel passato come nel presente, e la narrazione procede con colpi di
scena ben dosati e nel punto giusto dell’intreccio. L’orrore si percepisce
senza morbosità e la follia comune è l’elemento dominante di un gruppo che ha
perso col tempo la sua unità. La battuta di caccia si trasforma, di pagina in
pagina, in un’esperienza dove i cattivi sono in lotta fra loro, mentre la
squadra dei buoni, quella del team di Mørk,
cerca di capire e fermare i possibili eventi a catena. Ma, quando il pericolo è
troppo vicino, può capitare di ritrovarsi in trappola. Il finale non vi
deluderà, ma, anzi, renderà ancora più adrenaliniche pure le ultime pagine,
dove l’imprevisto e il cambio di rotta sono sempre possibili. Nemmeno l’epilogo
riuscirà a saziarvi. Di un autore così non ci si appaga. Si vorrebbe che i
libri potessero essere davvero tutti così e non si può far altro che aspettare
con impazienza una nuova indagine di Carl Mørk
adesso che sembra stia per cambiare qualcosa.
Voi, l'avete letto? Vi è piaciuto?
Tenete d'occhio i romanzi della Serie SEZIONE Q !!!
Mi sembra convincente in funzione dell'interesse per questo romanzo la parte di presentazione che sostiene interazione di stile e di contenuto.
RispondiEliminaPasso solo per lasciarti un saluto ed augurarti Buone Vacanze!!!!
RispondiEliminaCiao Pupottina ci rileggiamo a settembre!
Buon fine settimana!
RispondiEliminaUna buona idea di lettura!
RispondiEliminaLa donna in gabbia mi piacque, quindi attendo di leggere questo secondo romanzo che sembra davvero interessante, come indichi tu nella tua bella recensione:)
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