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mercoledì 28 marzo 2012

Una marionetta nelle mani di un giovane aguzzino

Davide Simon Mazzoli
LO SPECCHIO DEL MALE
Tre60 - thriller - pag. 416 - 9,90 €

“Un romanzo sorprendente. Una voce potente e originale nel panorama della narrativa italiana”

Orazio De Curtis odia tutti. Odia la moglie, così gentile e remissiva, e quindi insopportabile. Odia la domestica bulgara, con quella faccia triste da immigrata. Odia la cittadina di provincia dove vive. Odia il suo agente letterario, che continua a tormentarlo per sapere quando consegnerà il nuovo romanzo. E soprattutto odia se stesso, un uomo alla deriva, per di più zoppo e senza un occhio e due dita di una mano: le conseguenze del terribile incidente automobilistico che, però, lo ha reso ricco e famoso. Perché è stata proprio quell’esperienza a ispirargli il suo romanzo d’esordio, diventato subito un clamoroso caso editoriale. Peccato che ora il peso della fama lo stia schiacciando e lui abbia perso la vena creativa: ammesso che l’abbia mai avuta. Orazio trova un po’ di pace solo la notte, quando si mette alla finestra per spiare i suoi vicini, in particolare la provocante figlia del giardiniere, che non chiude mai le tende quando si spoglia prima di andare a dormire. Un passatempo tutt’altro che innocente e destinato a costargli caro. Una sera, infatti, Orazio si accorge di essere a sua volta spiato da un ragazzino che si è appena trasferito nella casa di fronte. Un ragazzino che il mattino seguente si presenta alla sua porta sostenendo di avere delle fotografie imbarazzanti: è l’inizio di un vortice di ricatti, minacce e sottili violenze psicologiche che costringeranno il grande scrittore Orazio De Curtis a diventare una marionetta nelle mani del giovanissimo aguzzino, che un giorno gli chiederà persino di uccidere per lui… 

Davide Simon Mazzoli è nato a Milano nel 1980. Dopo l’esperienza televisiva che lo vede partecipare ad importanti trasmissioni dal 1984 al 1988, scopre la sua vocazione per il mondo dello spettacolo. Oggi Mazzoli è ricco di un’esperienza oltre che artistica anche dirigenziale, che lo vede pronto per la sua vera meta: il cinema. In tutto questo turbinio di eventi e questa corsa verso il successo, è nato “Nessuno può chiamarlo Ulisse”, creazione concepita in un momento di buia riflessione dell’autore. Per lui scrivere è uno dei pochi modi per leggersi l’anima, l’unico modo per vincere la paura di perdersi in questo strano mondo antico.

2 commenti:

  1. Mammamia, in che casino primordiale è riuscito a ficcarsi quest'uomo !!!!
    Molto meglio apprezzare quel che si ha...l'odio chiama solo il male...
    ...visto ?!? ^_^ !

    Un bacino!

    M@ddy

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  2. Altro thriller che ha a che fare con la parola specchio. Tra questo e omicidio allo specchio, meglio il secondo?

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