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martedì 15 marzo 2011

n. 1058 - Pensare al vuoto ed esserne ... sopraffatti


"Pensai alle volte infinite in cui avevo fatto come un automa quella sequenza di gesti. Pensai che adesso riuscivo a pensare al vuoto senza essere sopraffatto dalla vertigine."

Gianrico Carofiglio

Che cosa ne pensate?

E' capitato di sentirvi così anche a voi?

6 commenti:

  1. Carofiglio mi piace un sacco. A volte mi capita di rendermi conto della mia routine e di ribellarmici.

    Un bacione e buon venerdì cara

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  2. Non so, la frase così è poco chiara, andrebbe contestualizzata nel discorso generale per essere interpretata al meglio, secondo me :-)
    Comunque la prima parte, quella dei gesti "automatizzati", penso sia condivisibile un po' da tutti.

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  3. Eh sì, qualche volta sì... ma la consapevolezza di essere unici e, in generale, con qualcosa da offrire può aprire quell'infinito di cui parla Carofiglio

    E.

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  4. Ci sono momenti in cui si avverte un vuoto, dell'anima, di una perdita, del fatto che non si possa fare quasi nulla..ma tutto passa e si elabora..poi c'è il vuoto esistenziale, ma lì c'è bisogno di aiuto..baci

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  5. Mi conosco,dovessi pensare al vuoto un giorno,ho idea che non sarebbe positivo,anzi potrebbe essere molto preoccupante.
    Forse perchè mi darebbe l'idea che non mi interessa più nulla.

    Meglio pensare a quei matti con la tavola giù dalla montagna,vero!

    Ciao

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  6. capisco molto bene questo...
    ho visto per la prima volta il suo viso...

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