Di fronte a me, i due uomini smisero di parlare e mi sorrisero, guardandosi e chiedendosi cosa ci facessi lì, se per caso stessi cercando loro. Ero immobile sul marciapiede e l’unica cosa che fissavo con insistenza erano loro due. In realtà, le mie attenzioni erano soltanto per uno dei due, ma a quella distanza non credo potessero percepirlo. A bloccare quell’istante indimenticabile, passò una serie di tre automobili: rossa, bianca, nera. Poi, un furgone bianco con un logo di materassi sulla fiancata seguì la catena delle tre auto. Fra me e i due individui, c’era una strada. Ad unirci, c’erano delle bianche e regolari strisce di attraversamento pedonale. Il semaforo, a qualche metro di distanza, aveva concesso il verde alle vetture in attesa, che avevano interrotto il mio stato confusionale.
Mi rimproverai per l’accaduto e lo imputai alle improvvise emozioni delle ultime ore. Quando ci sono due alternative su cui dover scegliere, si cerca una strada di fuga in una terza direzione, soltanto perché non si riesce a compiere una selezione naturale tra le prime due. Il non avere chiaro tutto, grazie ad una palla di vetro, ci impedisce di essere pienamente sicuri della svolta, che decidiamo di dare alla nostra vita. Quindi, abbandonai il mio viaggio onirico con lo sconosciuto che comunque mi aveva notato, anche se il suo viso non mi aveva propriamente comunicato di essere pronto ad amarmi. Se nel suo sguardo avessi letto quel messaggio, non avrei proseguito il mio cammino per recarmi all’appuntamento. Avrei deciso autonomamente di rinunciare al colloquio di lavoro per trascorrere il resto della mia vita con lui, bellissimo, divino, totalmente in nero, l’uomo che il destino mi aveva indicato con una immaginaria freccia lampeggiante che dal cielo si fermava verso il basso, puntando la sua testa.
Mi rimproverai per l’accaduto e lo imputai alle improvvise emozioni delle ultime ore. Quando ci sono due alternative su cui dover scegliere, si cerca una strada di fuga in una terza direzione, soltanto perché non si riesce a compiere una selezione naturale tra le prime due. Il non avere chiaro tutto, grazie ad una palla di vetro, ci impedisce di essere pienamente sicuri della svolta, che decidiamo di dare alla nostra vita. Quindi, abbandonai il mio viaggio onirico con lo sconosciuto che comunque mi aveva notato, anche se il suo viso non mi aveva propriamente comunicato di essere pronto ad amarmi. Se nel suo sguardo avessi letto quel messaggio, non avrei proseguito il mio cammino per recarmi all’appuntamento. Avrei deciso autonomamente di rinunciare al colloquio di lavoro per trascorrere il resto della mia vita con lui, bellissimo, divino, totalmente in nero, l’uomo che il destino mi aveva indicato con una immaginaria freccia lampeggiante che dal cielo si fermava verso il basso, puntando la sua testa.